di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Questo fine settimana abbiamo portato a Firenze la nostra manifestazione itinerante “Lavorare per vivere”, le centinaia di sagome bianche che rappresentano i 1.133 caduti sul lavoro del 2018. È trascorso quasi un anno, era lo scorso Primo Maggio, da quando abbiamo avviato questa iniziativa per sensibilizzare cittadini, lavoratori, imprenditori e istituzioni sul dramma delle morti sul lavoro e sull’importanza di rispettare pienamente le norme su salute e sicurezza. Avevamo detto allora che tutto l’anno sarebbe stato dedicato a questo tema e così è stato e continuerà ad essere. Non vogliamo abbassare la guardia anche perché, purtroppo, il sindacato ed il Paese non possono ancora permetterselo. Nell’anno passato c’è stato, infatti, un aumento del 10% delle vittime rispetto a quello precedente – nel 2017 i caduti sul lavoro sono stati 1.029, tra l’altro in un periodo in cui il numero degli occupati non è aumentato – e anche nell’anno in corso la situazione non accenna a migliorare. Solo nei primi tre mesi del 2019, sono 153 i lavoratori deceduti sul luogo di lavoro ed altrettanti quelli in itinere, in base ai dati raccolti dall’Osservatorio di Bologna. Il tutto senza considerare gli infortuni non mortali, anche gravi. Più volte abbiamo segnalato il fatto che crisi, precarietà ed aumento dell’età pensionabile sono fattori che hanno contribuito a creare questa situazione intollerabile. La crisi, perché spinge alcune aziende a risparmiare sulla sicurezza, la precarietà, poiché i lavoratori flessibili hanno meno dimestichezza con lavori che svolgono solo saltuariamente e lo dimostra l’aumento degli infortuni fra gli under 35, l’aumento dell’età pensionabile perché, come confermato anche dai dati, i lavoratori ultrasessantenni, avendo minori capacità di attenzione sono più soggetti a incidenti. C’è molto da fare sul fronte dei controlli, che devono essere più frequenti, ma un altro punto di vista altrettanto determinante è quello della formazione. Lavoratori e datori di lavoro devono essere maggiormente consapevoli, devono conoscere l’importanza dei comportamenti corretti sui luoghi di lavoro e devono comprendere meglio a quali rischi vanno incontro se non osservano le norme. Conoscere e rispettare le normative su salute e sicurezza non serve solo a evitare multe e sanzioni, ma è innanzitutto necessario per preservare la salute, l’integrità fisica, la vita stessa delle persone. Occorre una vera e propria presa di coscienza e per questo è così importante la formazione. Nei luoghi di lavoro, dove deve essere disponibile e fruibile per tutti, flessibili compresi, che invece a volte ne sono esclusi, ma già anche a partire dalle scuole superiori, in modo da poter fornire a tutti – alle prossime generazioni di imprenditori e di lavoratori – le necessarie fondamenta culturali su un tema così importante.