Scossa di assestamento sul versante del mercato del lavoro, anche per l’effetto di due spinte contrastanti. Da una parte, infatti, il rallentamento dell’economia incide negativamente, dall’altra le misure con maggiore impatto sociale contenute nella legge di bilancio, quota 100 e reddito di cittadinanza, non hanno ancora esplicitato appieno i loro effetti. L’incremento dello 0,2% del tasso di disoccupazione, infatti, si spiega anche come un paradossale effetto delle modifiche apportate alla normativa sulle pensioni. Per poter accedere a quota 100 è necessario dimettersi, ma le imprese non hanno ancora iniziato ad assumere perché magari aspettano gli importanti incentivi previsti dal reddito di cittadinanza. Insomma una situazione transitoria che incide anche sul tasso di occupazione, che si riduce dello 0,1%. Se comunque si guarda alla tendenza del trimestre, per l’Istat si dovrebbe andare verso una sostanziale stabilità sia per genere che per posizione professionale, ma non così nelle dinamiche interne fra i dipendenti, dove la componente a tempo indeterminato è data in crescita, mentre quella a tempo determinato è in calo, effetto diretto del famoso decreto Dignità. Allargando lo sguardo all’intero anno, intanto, l’occupazione continua a crescere: +113mila unità. La variazione è positiva per tutte le classi di età, compresi i giovani fra 25 e 34 anni (+21mila) tranne che per la fascia compresa fra 35 e 49 anni.