di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Quello che inizia a partire da domenica prossima, 24 marzo, è il settantesimo anno dell’Unione Generale del Lavoro. Già tanto tempo è trascorso da quando a Napoli venne fondata l’allora Cisnal, poi Ugl. Si tratta di una ricorrenza di tutto rispetto, cifra tonda, e di una certa importanza. Quindi la celebreremo con l’attenzione che merita, attraverso un piccolo “giubileo”, ovvero mediante delle iniziative che si dipaneranno durante tutto l’anno del settantennale allo scopo di ripercorrere il nostro passato, di cui andiamo fieri, ma sempre con i piedi ben piantati nel presente e con lo sguardo rivolto al futuro. Le radici da cui traiamo la nostra linfa vitale, l’esempio dei sindacalisti che ci hanno preceduto e dell’intera comunità che ha premesso all’Ugl di nascere, di crescere e di affermarsi. Il momento attuale, con le sfide, ma anche con le grandi opportunità di questa epoca di cambiamento in cui si intravede finalmente la possibilità di superare i limiti e le storture del sistema neoliberista e globalista verso prospettive più attente alla tutela dei diritti sociali ed al rispetto della sovranità nazionale. Il domani, non solo dell’Unione Generale del Lavoro, ma dei lavoratori e dei cittadini italiani, della nostra comunità, punto di riferimento della nostra visione di sindacato al servizio della Patria. Lo sappiamo, la nostra non è mai stata una storia semplice. Sicuramente in questi settant’anni non ci siamo annoiati. Innanzitutto perché già il solo essere un sindacato vuol dire, di per sé, mettersi dalla parte dei più deboli, dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, dei precari, delle persone in cerca di occupazione. Quindi prepararsi ad affrontare il quotidiano confronto, quasi sempre impari, con la controparte datoriale, nei luoghi di lavoro e a volte in vertenze difficili o quasi impossibili, per ottenere le migliori condizioni di lavoro, o con la controparte istituzionale al fine di affermare, nell’elaborazione delle politiche economiche, le ragioni della giustizia e dell’inclusione sociale. Ma anche e soprattutto perché noi dell’Ugl abbiamo deciso di essere “l’altro sindacato”, quello controcorrente. Un sindacato pressoché unico al mondo, con una visione originale e coerente lungo tutti i settant’anni della propria storia, seppure capace di rispondere ai cambiamenti economici e sociali, ma sempre nel nobile solco del sindacalismo nazionale. Per questo, quando abbiamo attraversato periodi difficili, più di una volta qualcuno ha creduto, o sperato, di darci per spacciati. E invece, come l’araba fenice, ci siamo sempre non solo risollevati, ma riscoperti più forti di prima e più saldi nei nostri valori e nei nostri ideali. Come ora, in questa fase di grande rinascita, di crescita, partecipazione ed entusiasmo che stiamo vivendo. E, allora, all’Ugl altri cento di questi giorni.