Una operazione con pochi precedenti nella storia del nostro Paese, sicuramente negli ultimi venti anni. L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, annuncia investimenti infrastrutturali per 58 miliardi nei prossimi cinque anni, capaci di generare 120mila posti di lavoro fra diretti ed indiretti. Un impatto enorme che conferma molte delle considerazioni espresse nelle scorse settimane sull’importanza degli investimenti nel sistema infrastrutturale e, soprattutto, sul ruolo che lo Stato e le proprie controllate possono avere in un’ottica di rilancio dell’economia. Del resto, una delle prime iniziative prese dal presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, fu proprio quella di incontrare i numeri uno delle principali partecipate pubbliche, ai quali chiese investimenti per assumere giovani. Lo stesso sottosegretario Claudio Durigon ha spesso evidenziato l’importanza di quota 100 come veicolo per il ricambio generazionale, cosa che sta avvenendo in Fs anche per effetto dell’accordo sottoscritto dalle rappresentanze sindacali di categoria dalla Cgil alla Ugl. Tornando al piano di Fs, è prevista la chiusura di 15 cantieri con altri sei cantieri in avanzamento. Dei 58 miliardi indicati, nove dovrebbero essere sbloccati già nel corso dell’anno. Secondo l’amministratore delegato di Fs, l’impatto in termini di crescita sarà dello 0,9% del Pil.