di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

È quello che sta succedendo in queste ore: si continua a scherzare col fuoco. Il riferimento è alla tentata strage di ieri, a Milano, dove stava per compiersi non solo il primo vero atto di terrorismo in Italia dopo la stagione degli anni di Piombo, ma, per di più, un atto particolarmente odioso ed efferato in quanto rivolto contro quanto c’è di più sacro al mondo: i bambini, i ragazzi, innocenti per definizione. Usiamo il gioco di parole tra il fuoco che voleva appiccare il terrorista e quello con cui politici e giornalisti continuano a scherzare solo perché, grazie alla prontezza di ragazzi e insegnanti e per merito della professionalità e della dedizione dei Carabinieri, alla fine non c’è stata nessuna vittima. Ma, in base alle affermazioni fatte da Ousseynou Sy, nessuno avrebbe dovuto salvarsi: “Di qua non esce vivo nessuno”. Insomma, l’obiettivo era la strage, il piano era studiato e premeditato e non frutto di un momento di follia. Le fascette da elettricista e le immagini dell’autobus ridotto a scheletro dalle fiamme che poi, effettivamente, sono state appiccate non lasciano molto adito a dubbi. Certo, ora l’avvocato della difesa fa la sua parte, dicendo che non c’era reale intenzione di uccidere e l’uomo prima di compiere la strage si sarebbe fermato. A ognuno il suo lavoro. Ma ascoltare fior di politici e giornalisti che commentano il fatto affermando che il problema sta nel fatto che un pregiudicato per reati sessuali e ubriachezza guidasse un autobus lasciano senza parole. Certo, anche questo è un fatto inaudito, occorrerebbero controlli e norme che impediscano simili assurdità. Tuttavia vogliamo ricordare sommessamente che ora Ousseynou Sy è in carcere non per aver guidato ubriaco o per aver molestato qualcuno – cose, per carità, gravissime – ma per aver tentato di bruciare vivi cinquanta ragazzini, giudicandoli colpevoli, solo perché italiani, delle politiche del governo, che lui non condivide. In sintesi, quindi, per motivazioni di tipo razzista. Chi continua a dire che la colpa delle morti nel Mediterraneo, ora in numero fortunatamente molto minore rispetto a uno o due anni fa, è dell’Italia intera (bambini compresi quindi), che, invece, ha accolto e continua ad accogliere centinaia di migliaia di persone, con un impegno imparagonabile rispetto a quello della gran parte degli altri Stati europei, nonostante i nostri già complessi problemi economici e sociali, e non piuttosto della scelta disperata di affrontare un viaggio pericolosissimo con l’aiuto interessato degli scafisti che lucrano sulle disgrazie altrui, chi continua a descrivere il nostro Paese come razzista, quando i fatti dimostrano il contrario, solo perché il nostro popolo chiede una regolamentazione delle migrazioni come avviene in ogni angolo del mondo, sta continuando vergognosamente a scherzare col fuoco.