La concorrenza sfrenata rischia di ricadere sui lavoratori. Uno scenario già visto e che ritorna anche in queste ore in Vodafone, peraltro dopo il principale operatore nazionale della telefonia, Tim. Nei mesi scorsi, l’ingresso aggressivo di un nuovo player, la francese Iliad, che si è presentata con tariffe assolutamente concorrenziali, ha smosso pesantemente le acque in un mercato, quello nazionale, nel quale si confrontano già diverse compagnie. Letto dalla parte dei consumatori, la cosa è stata apprezzata: Iliad ha già raggiunto oltre 2,5 milioni di clienti. Visto, però, con gli occhi dei lavoratori del settore, l’impatto è stato molto diverso. Proprio in queste ore, Vodafone ha infatti comunicato l’intenzione di procedere ad un taglio del personale; si parla di 1.130 addetti su un totale vicino a 6.500. Se confermati, questi numeri porterebbero ad una riduzione di personale nell’ordine del 17%. All’annuncio, seguirà l’apertura di un tavolo di confronto, così come è successo con Tim, dove le sigle di categoria delle quattro confederazioni, Cgil, Cisl, Uil ed Ugl, hanno sottoscritto un accordo per la gestione di 4.300 uscite anticipate e volontarie nei prossimi due anni, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti, compresi l’isopensione – la norma introdotta dalla legge 92/2012, la riforma del lavoro targata Fornero – e quota 100, la più recente novità in materia previdenziale.