Dopo quattro mesi consecutivi in calo, il 2019 della produzione industriale è partito con il piede giusto. L’indice calcolato dall’Istituto nazionale di statistica ha infatti riportato una crescita dell’1,7%. Un risultato, si legge nelle tabelle dell’Istat, legato a tutti i raggruppamenti principali di industrie, ma in particolar modo all’energia che riporta un +6,4%, mentre per i beni di consumo la variazione è stata positiva per 2,4 punti percentuali (+1,1% quelli durevoli e +2,6% quelli non durevoli), per quelli strumentali di 2,6 punti e per quelli intermedi per un punto. Nonostante l’aumento congiunturale rimane però in territorio negativo il dato trimestrale: tra il periodo agosto-ottobre 2018 e novembre 2018-gennaio 2019 la produzione industriale  è diminuita dell’1,8%. In questo caso l’energia è stata l’unica voce in crescita (+0,3%), mentre la produzione di beni di consumo è scivolata dell’1,2% (-1,1% per i durevoli e -1,3% per non durevoli), quella dei beni strumentali del 2,1% e quella dei beni intermedi dell’1,9%. Anche a livello tendenziale l’unica industria in positivo è stata quella energetica (+11,7). Tutti gli altri raggruppamenti di industrie hanno registrato flessioni superiori al 2,5%, comportando un calo della produzione generale rispetto allo stesso mese di un anno fa pari allo 0,8%. Dall’analisi dei settori di attività economica emerge che a livello congiunturale l’aumento è legato sia alle attività manifatturiere (+1,2%) che alla fornitura di energia (+7,2%), bilanciato verso il basso dal -3,7% dell’attività estrattiva. A livello tendenziale, invece, il contributo negativo è stato fornito sia dalle attività estrattive (-4,6) che da quelle manifatturiere (-2,6%).