di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Forse non tutti sanno che nel “decretone” su reddito di cittadinanza e quota 100 è contenuto anche lo stop alla pensione per evasi e latitanti. Avrebbe dovuto essere cosa ovvia e invece così non era. Veniva, invece, considerato normale, ad esempio, che una persona come Giorgio Pietrostefani, ex leader di Lotta continua, condannato a 22 anni di carcere come mandante dell’omicidio Calabresi e latitante a Parigi, percepisse una pensione pagata dallo Stato. Il tutto nell’indifferenza di molti autorevoli commentatori che, al contrario, si stracciano le vesti per riforme che vanno incontro a persone comuni, lavoratori onesti che ora possono andare in pensione con quota 100 o cittadini in difficoltà che usufruiranno del reddito. L’Ugl, già lo scorso 1 febbraio, con una lettera aperta a La Verità, aveva chiesto di rimuovere questa intollerabile ingiustizia, proponendo una raccolta firme per cambiare la legge. Adesso lo stop è stato approvato dal Senato, assieme al resto del Dl 4 del 2019, ed ora si attende l’esame da parte della Camera dei Deputati per l’ok definitivo. Non si tratta di una norma finalizzata a “fare cassa”, dato che coinvolge nel complesso un numero esiguo di persone, ma non per questo può essere considerata poco significativa. Ha, infatti, l’obiettivo di ristabilire un principio di giustizia, cosa forse ancor più importante. Per troppo tempo nel nostro Paese si sono chiesti sacrifici ai comuni cittadini, che con il loro lavoro contribuiscono o hanno contribuito a mandare avanti il Paese: lavoratori dipendenti, precari, piccoli artigiani e commercianti, pensionati. Poi, nello stesso tempo, proprio mentre si imponeva al popolo di stringere la cinghia, pagare tasse sempre più alte, andare in pensione sempre più in là con gli anni, in nome della crisi, dello spread e del “ce lo chiede l’Europa”, a nessuno veniva in mente, ad esempio, di non pagare più la pensione a delinquenti conclamati, latitanti o evasi dal carcere. Ora si sta per mettere fine ad una simile assurdità. La nuova norma prevede che ai soggetti condannati a pena detentiva con sentenza passata in giudicato per reati di associazione terroristica o mafiosa, attentati, strage, nonché per altri delitti per i quali “sia stata irrogata, in via definitiva, una pena non inferiore ai due anni di reclusione, che si siano volontariamente sottratti all’esecuzione della pena, è sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali di vecchiaia e anticipata erogati dagli enti di previdenza obbligatoria. La medesima sospensione si applica anche nei confronti dei soggetti evasi o per i quali sia stato dichiarato lo stato di latitanza”. Non solo, le risorse che saranno così risparmiate saranno devolute agli enti che si occupano di solidarietà alle vittime della mafia, del terrorismo o di reati relativi ad estorsione ed usura.