Subito prima ed immediatamente dopo la presentazione e l’approvazione della legge di bilancio, si fa un gran parlare della necessità di incentivare l’occupazione, attraverso misure premianti per le aziende che assumono. Soprattutto nei passaggi fra una legislatura ed un’altra, si accende la sfida fra il governo uscente e quello entrante su chi è stato più bravo a guardare alle imprese, con corollario nei vari appuntamenti televisivi. Eppure, molto si guarda a quanto stanziato e poco ai risultati finali. Tranne che nel 2015, dove la percentuale dei contratti agevolati è salita al 61%, sia prima che dopo ci si assesta intorno al 15-16%, con l’eccezione del 2017, quando i contratti agevolati sono stati appena il 10%. Peraltro, formalmente non si tratta spesso di nuova occupazione, in quanto in tre casi su quattro vi è una trasformazione da un contratto a tempo determinato ad uno a tempo indeterminato. Questo è quanto è avvenuto soprattutto a partire dal 2015, quando si intrecciarono due fatti: l’introduzione di un bonus contributivo di poco superiore agli 8mila euro massimi e l’entrata in vigore dei primi decreti attuativi del Jobs act, in particolare del decreto legislativo 23/2015 che ha depotenziato l’articolo 18, mutando pelle al contratto a tempo indeterminato che, nella sua versione a tutele crescenti, è tale soltanto nel nome, poiché il datore di lavoro ha ormai pochissimi limiti alla possibilità di licenziare il proprio dipendente. Il bonus contributivo triennale del 2015 e quello biennale del 2016 hanno avuto un impatto nell’ordine di una decina di miliardi, a fronte di altre misure, introdotte precedentemente – tipo il bonus Giovannini – o successivamente – Garanzia giovani – hanno avuto un impatto rispettivamente nell’ordine di 100 e 300 milioni. Nel complesso, sarebbero quindi un terzo le aziende con almeno un rapporto agevolato. Non tantissime, pertanto, anche se l’incentivo aiuta soprattutto nel Mezzogiorno e nelle imprese con meno di dieci dipendenti, con quest’ultime che assorbono circa il 40% delle agevolazioni complessive.