Nel 2018, per il quinto anno consecutivo, l’Italia ha registrato una crescita del Prodotto interno lordo, rallentando però rispetto al 2017: +0,9% (contro il +1% previsto in precedenza) dal +1,6% del 2017. «L’indebolimento della dinamica è derivato da un netto ridimensionamento del contributo della domanda interna, e in particolare della componente dei consumi privati”», spiega l’Istat nel commento ai dati. I consumi nazionali sono infatti aumentati dello 0,5%, contro il +1,1% registrato alla fine del 2017, riflettendo principalmente l’indebolimento che ha interessato la spesa delle famiglie residenti, dal +1,5% al +0,6%, mentre la spesa delle Amministrazioni pubbliche è salita dello 0,2% contro il -0,2% di un anno fa. Rallentano, pur riportando una crescita in linea con il triennio 2015-2017, gli investimenti fissi lordi, aumentando del 3,4% dopo il +4,4% dello scorso anno. In questo caso un contributo positivo è arrivato dagli investimenti in costruzioni (+2,7% dal +1,4%) e da quelli in macchine e attrezzature (+2,8% dal +2,4%), mentre perdono vigore quelli in mezzi di trasporto (dal +38,7% del 2017 al +14,5%) e quelli in prodotti della proprietà intellettuale (+0,8% dal +2,5%). Per quanto riguarda invece i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dell’1,9% e le importazioni del 2,3%. Nel complesso la domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 1,0 punti percentuali (+0,9 al lordo della variazione delle scorte) e la domanda estera netta negativamente, per 0,1 punti. Nel comunicato si legge poi che l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil ha registrato un miglioramento, al +2,1% dal +2,4%. Salito al 132,1% del Pil il debito pubblico.