Un confronto europeo
Peggio della Bulgaria, della Romania e della Grecia. La popolazione giovanile femminile che non studia né lavora nel nostro Paese è salita al 26,3%, il peggior dato dell’intera Unione europea. Sia la Bulgaria che la Romania, infatti, sono di poco al di sopra del 25%, mentre soltanto la Slovacchia, oltre naturalmente alla Grecia, è al di sopra del 20%. La media comunitaria a 28 Paesi è ferma a poco più del 16%. La Francia è al 15,6%. La classifica è chiusa dal blocco centro europeo e dai Paesi scandinavi. La Germania è poco al di sopra del 10% in linea con la Slovenia e la Lituania. Austria, Lussemburgo, Danimarca, Svezia ed Olanda registrano un dato compreso fra il 9,4% e il 6,9%.
Il Sud non reagisce
Le posizioni non sono mutate: chi era in difficoltà, Sicilia, Campania, Calabria, continua ad esserlo, mentre chi non aveva problemi, le province autonome di Trento e Bolzano e il Veneto, prosegue nel non averli. Il fenomeno delle giovani che non studiano né lavorano ha, però, segnato un saldo negativo all’indomani della prima crisi, quella del 2008, quando le ragazze Neet fra i 15 e i 24 anni erano 201mila, sono diventate, sul finire del 2012, 243mila per poi imboccare una fase di alti e bassi, approdando nel terzo trimestre del 2018 a 225mila. A conti fatti, il fenomeno è strutturale nel Mezzogiorno, Isole comprese, mentre appare più congiunturale nel Centro e nel Settentrione.