di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl
I risultati delle elezioni regionali che si sono tenute ieri in Abruzzo non lasciano adito a dubbi: è la Lega di Salvini a stravincere, tanto da trascinare tutto il Centrodestra alla conquista della Regione, con un complessivo 48% dei voti. Il Carroccio, infatti, ottiene da solo il 27,5% dei consensi. Per comprendere la portata del fenomeno basti pensare al fatto che alle scorse regionali, quelle del 2014, la Lega non era neanche presente. Alle politiche del 4 marzo aveva preso il 13,9%. Ora, dopo poco più di otto mesi di governo, raddoppia i consensi attestandosi parecchio avanti a tutti gli altri, primo partito della Regione. L’altra formazione uscita a testa alta dalla competizione elettorale è Fratelli d’Italia che, oltre ad aver espresso la figura del nuovo governatore, Marco Marsilio, può vantare anche una significativa crescita di consensi rispetto alle precedenti tornate elettorali: dal 2,9% delle scorse regionali e dal 5% delle politiche arriva ora al 6,5%. Insieme i partiti di Salvini e Meloni hanno il 34% dei consensi. Arrancano tutti gli altri. In calo il Movimento 5 Stelle, che si ferma al 20,2%, meno di quanto ottenuto alle scorse regionali, ovvero il 21,3% e soprattutto molto meno, quasi la metà, rispetto al 39,9% riscosso alle politiche. In discesa FI, che passa al 9%, mentre alle scorse regionali aveva il 16,7% ed alle politiche il 14,5%. In caduta libera il Pd, che prende solo l’11,1%, alle scorse regionali aveva vinto la coalizione di CSX ed il solo Pd aveva il 25,5%, alle politiche era sceso al 14,3% ed ora viene salvato dalla debacle da un’ampia coalizione, che tutta assieme arriva ad ottenere il 31,3%. Questi i numeri. Il voto abruzzese manda un nuovo segnale chiaro ed inequivocabile dall’elettorato ai palazzi della politica: la maggioranza degli Italiani è di destra, la stragrande maggioranza vuole politiche sovraniste. Piacciono le proposte severe su sicurezza e immigrazione di Lega e FdI, nonostante il coro delle prefiche che imperversa sui mass-media, piace anche il maggiore pragmatismo in materia economica e la più collaudata esperienza politica della Lega rispetto all’alleato di governo M5S. I 5 Stelle, dopo il banco di prova governativo, caratterizzato da prese di posizione evidentemente meno condivise, si trovano in difficoltà. FI paga un avvicinamento alle posizioni del Pd, poco compreso dall’elettorato di destra. I democratici, nonostante si trincerino dietro i risultati delle liste civiche alleate, continuano di fatto nel loro declino. Il “popolo”, con buona pace delle cosiddette élite, ha parlato, di nuovo. Ora, però, dopo le analisi politiche, il pensiero deve tornare al vero nocciolo della questione: l’Abruzzo, una Regione che, dopo le sofferenze provocate dai terremoti che l’hanno segnata, merita finalmente un futuro di ricostruzione, sviluppo e benessere condiviso.