Un forte e positivo impatto sociale. I primi report che stanno arrivando dall’Inps e dai patronati confermano quanto fosse attesa e necessaria una misura come quota 100, come sostenuto dalla Ugl anche in occasione della recente audizione parlamentare. Sotto l’aspetto strettamente quantitativo, i numeri forniti dall’Inps sono importanti, anche perché riguardano lavoratori che hanno già maturato i requisiti di legge richiesti. In pochi giorni, si è arrivati a circa 30mila domande, con Roma, Napoli e Milano ai primi tre posti. Il report dell’Inps sembra smentire, almeno al momento, la vulgata che quota 100 è pensata per il Nord. Ai primi dieci posti per numero di domande protocollate, troviamo infatti, oltre al capoluogo lombardo, la sola Torino, mentre spiccano Palermo, Bari, Catania, Salerno e Messina, tutte località del Mezzogiorno. Una analisi qualitativa ci arriva, invece, dal patronato della Cisl che ha prodotto uno studio lampo sulle circa 6mila pratiche lavorate. Il 39% delle richieste arriva da lavoratori in Naspi con un beneficio diretto per le casse dello Stato, visto che con il pensionamento si risparmiano i soldi dell’indennità di disoccupazione. Nessuna domanda, invece, da quadri e dirigenti, i quali appaiono poco propensi ad approfittare di uno strumento, ben sapendo che vi è il divieto di cumulo fra pensione e redditi da lavoro dipendente o autonomo, comprese le consulenze.