Alla fine, pur con qualche distinguo, le organizzazioni sindacali promuovono il reddito di cittadinanza e gli interventi sul versante delle pensioni, ad iniziare da Quota 100. È questo quanto è emerso nelle audizioni dei sindacati sul decreto legge 4/2019 in corso al Senato. Cgil, Cisl e Uil, che hanno presentato un documento unitario, hanno, nella sostanza, spostato l’obiettivo delle loro osservazioni: la questione non è tanto quella dei contenuti del provvedimento in discussione, quanto piuttosto la mancanza di un confronto con il governo sul sostegno all’economia e al rilancio dell’occupazione, anche attraverso la realizzazione delle infrastrutture. Un modo per le tre sigle di anticipare le motivazioni alla base dell’iniziativa messa in campo per il prossimo 9 febbraio. La Ugl, viceversa, ha concentrato le proprie attenzioni sul provvedimento, ribadendo la necessità e la utilità della lotta alla povertà e della introduzione di misure di flessibilità in uscita verso la pensione ai fini del ricambio generazionale. Le quattro maggiori confederazioni sindacali hanno apprezzato la riforma della governance di Inps ed Inail, chiedendo però di rafforzare il ruolo dei consigli di indirizzo e vigilanza. Tutte le sigle hanno altresì evidenziato la centralità dei Caf e dei Patronati rispetto agli obiettivi del decreto legge 4/2019. Sono intervenuti anche i rappresentanti di Cisal, Confsal, Usb, Cub, Cobas, Cse, Cosmed, Sunas e Cida, l’organizzazione più critica.