A gennaio indice PMI a 49.7 punti

A inizio anno anche l’indice PMI dei servizi – che al contrario di quello manifatturiero sembrava resistere al rallentamento economico – è sceso sotto la soglia che delimita una fase di contrazione da una fase di espansione dell’attività del settore. Il report di IHS Markit, infatti, ha rilevato una flessione dell’indice italiano a 49.7 punti contro i 50.5 di dicembre. Un calo, spiega la società londinese, legato principalmente al rallentamento generale dei nuovi ordini, che hanno indicato un tasso più lento di dicembre ed appena superiore al record negativo in 45 mesi di novembre. Ordini che sono diminuiti a causa del crollo della domanda internazionale: «Per il settimo mese consecutivo – si legge per l’appunto nel report di IHS Markit – la vendita di servizi all’estero è diminuita, mentre le aziende monitorate hanno citato il calo generale della domanda di servizi al livello internazionale». Come già emerso da altri indicatori macroeconomici, infatti, il rallentamento economico non è circoscritto alla sola Italia. A dimostrarlo è anche l’indice PMI composito dell’Eurozona (che considera la produzione totale del manifatturiero e dei servizi), diminuito nuovamente a gennaio, confermando il trend degli ultimi quattro mesi e portandosi al livello più basso degli ultimi cinque anni e mezzo. Commentando l’andamento, il Chief Business Economist di IHS Markit, Chris Williamson, ha spiegato che le ultime rilevazioni indicano «una crescita trimestrale del Pil dello 0.1%, preparando il terreno alla peggiore media trimestrale dal 2013. Con valori così deboli ad inizio anno possiamo aspettarci una probabile revisione al ribasso dell’attuale stima di crescita del Pil».