Due minuti. Segnano centoventi secondi alla mezzanotte le lancette dell’orologio dell’apocalisse. E la cosa dovrebbe preoccuparci. L’orologio dell’apocalisse è stato ideato dalla Federazione degli scienziati atomici nel 1945 per scandire il tempo che l’umanità ha davanti a sé per evitare una catastrofe dovuta alle armi nucleari o ai cambiamenti climatici. Dal 1947 in poi l’orologio è stato aggiornato una volta all’anno e il 24 gennaio scorso il consiglio di 20 esperti chiamati a regolarlo ha deciso che all’umanità restano appena due minuti. «È la terza volta che l’orologio è stato impostato così vicino a una catastrofe globale», ha sottolineato Rachel Bronson, presidente e direttore esecutivo dell’organizzazione, in una conferenza stampa a Washington. I precedenti? È accaduto per la prima volta nel 1953 al culmine della guerra fredda, con i test nucleari condotti da Unione Sovietica e Stati Uniti; la seconda volta è stata nel 2018, dopo le notizie sui test nucleari della Corea del Nord e in seguito alle crescenti preoccupazioni relative al cambiamento climatico. Nel 1947, all’inizio della Guerra fredda, le lancette segnavano 7 minuti a mezzanotte, salvo poi spostarsi quattro minuti in avanti dopo che l’Unione sovietica era riuscita ad entrare in possesso di armi nucleari. Il momento in cui il mondo è stato più lontano dall’apocalisse? Nel 1991, alla fine della Guerra fredda. Con la dissoluzione dell’URSS le lancette andarono indietro fino a 17 minuti alla mezzanotte.