Fatto cento il costo del lavoro totale per il singolo dipendente, le retribuzioni lorde ammontano al 72,4% dello stesso. È quanto emerge dallo studio appena pubblicato dall’Istat che si riferisce alle unità economiche con almeno dieci dipendenti dell’industria e dei servizi. Il riferimento temporale è al 2016; ebbene, in quell’anno, il costo del lavoro in senso ampio è quantificato dall’Istituto di statistica in 41.785 euro. I contributi sociali pesano per 11.415 euro, vale a dire il 27,3%. La quota maggiore è relativa ai contributi sociali obbligatori (8.719 euro; 20,9%) che precedono l’accantonamento del trattamento di fine rapporto (1.522 euro; 3,6%), i contributi e le prestazioni sociali figurative (1.071 euro; 2,4%) e i contributi sociali volontari (158 euro; 0,4%). Sul versante delle retribuzioni lorde, larga parte riguarda la retribuzione in denaro (29.936 euro; 71,6%), mentre le erogazioni in natura sono marginali (300 euro; 0,7%). La parte di retribuzione erogabile in ogni periodo di paga, vale a dire il fisso, è stimato dall’Istat in 23.400 euro (il 56% del totale), mentre ammonta a 3.865 euro (il 9,2%) la quota di retribuzione che non erogata in tutti i periodi di paga. Infine, per 2.652 euro (il 6,3%) si parla di retribuzioni nei giorni non lavorati. Particolarmente marcate le differenze fra settori produttivi sul costo orario: bene le attività finanziarie, molto male le attività di servizi di alloggio e ristorazione.