«Non credo che l’Italia sia un rischio né per l’Ue né globale, in realtà il rischio viene dalle politiche consigliate dal Fmi», così il ministro dell’Economia Giovanni Tria parlando nel corso della conferenza stampa di martedì sera a margine dell’Eurogruppo, rispondendo al Fondo monetario internazionale, secondo cui la situazione finanziaria dell’Italia è tra i principali fattori di rischio globali. «E’ una battuta forte – ha precisato subito il titolare del dicastero di via XX settembre -, non ho questo giudizio così negativo per il Fmi; ma dico semplicemente che questo mainstream che prevale nel Fondo Monetario e anche nella Commissione Europea è che le politiche fiscali si attuano quando c’è il segno meno alla crescita, quando si è in recessione. Io credo che questo sia sostanzialmente sbagliato». Intanto dopo la rivisitazione del Pil italiano – al +0,6% nel 2019 contro il +0,9% avanzato a ottobre – da parte del FMI e di Bankitalia , oggi anche l’OCSE, attraverso le parole di Angel Gurrìa , fa sapere che le nuove stime di marzo potrebbero tagliare la previsione di crescita del nostro Paese. Al contrario degli altri enti, però, il segretario generale dell’organizzazione parigina prende le difese dell’esecutivo, spiegando che è vero che «la questione italiana c’è», ma anche che bisogna  «considerare che si tratta del primo anno di vita del Governo, va lasciato lavorare», sottolineando che «ci vorrebbe anche una maggiore flessibilità da parte dell’Unione europea».