Con le rilevazioni diffuse oggi sulla produzione industriale, l’Eurostat conferma che a frenare non è solo l’economia italiana, ma quella dell’intera area della moneta unica. D’altronde i campanelli d’allarme non sono mancati: già l’indice PMI di IHS Markit aveva certificato una battuta d’arresto dell’attività manifatturiera dell’Eurozona nei mesi scorsi e alla fine della scorsa settimana i vari Istituti statistici europei avevano evidenziato rallentamenti della produzione dei singoli Paesi. Oggi l’Eurostat spiega che a novembre 2018 la produzione industriale dell’area euro è diminuita dell’1,7% rispetto a ottobre 2018 e dell’1,3% nell’Unione europea. Ancora più scoraggiante il confronto tendenziale: tra il novembre scorso e quello del 2018 l’indice che misura la produzione industriale è arretrato di 3,3 punti percentuali nell’Eurozona e del 2,2% nell’Unione europea. In entrambi i casi a riportare segni “meno” sono stati tutti raggruppamenti principali di industrie. Osservando più da vicino il confronto mensile si può notare come le flessioni più marcate abbiano interessato l’Irlanda (-7,5%) il Portogallo (-2,5%), la Germania e la Lituania (entrambe con un -1,9%), mentre i migliori risultati si sono registrati in Estonia (+4,5%) e a Malta (+2,6%). A livello tendenziale, invece, i cali più pesanti della produzione hanno riguardato Irlanda (-9,1%) e Germania (-5,1%).