Una partita che si sta giocando su più fronti, quella delle pensioni. Naturalmente, l’attenzione principale è rivolta al superamento della riforma Fornero, con l’introduzione di quota 100. Molta enfasi si sta ponendo sulle regole e sulle finestre, quasi dimenticando che tutto ciò era la norma anche prima: i lavoratori italiani hanno sempre avuto a che fare con tempi di attesa e finestre, fisse o mobili che fossero. Rispetto alle risorse, la cifra indicata all’inizio si è via via ridotta, riducendosi di circa 2 miliardi di euro, come ha ricordato lo stesso vice premier e Ministro dell’interno, Matteo Salvini. Del resto, non è una novità neanche questo, come conferma la vicenda degli esodati: dopo la prima tornata di salvaguardati, la battaglia sindacale è diventata quella di assicurarsi che le risorse stanziate restassero nella disponibilità della misura, tanto è vero che poi sono seguite altre sette tornate, con meno di 168mila domande complessive su una platea stimata inizialmente in poco meno di 400mila unità. Intanto, sul versante degli enti previdenziali ed assistenziali, leggasi Inps ed Inail, oggi si è tenuta l’attesa audizione parlamentare dei sindacati confederali, Cgil, Cisl, Uil ed Ugl, dopo che nei giorni scorsi il sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Claudio Durigon, aveva parlato di gestione più collegiale degli enti.