di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

L’Italia ora ha una proposta più che ragionevole

Non è stato facile ed ancora non è finita. Conciliare la voglia di cambiamento con il senso di responsabilità e soprattutto con la pesante eredità in termini di debito, lasciataci, è bene ricordarlo, da quelli “bravi” che seguivano alla lettera i dogmi dell’austerity. Ma i gialloblu alla fine ce la stanno facendo. Sta ancora procedendo la trattativa con la Ue ed anche in Patria la situazione è tutt’altro che semplice, ma si sta cercando di innescare un’inversione di rotta in termini di politiche economiche e sociali senza appesantire ulteriormente i conti pubblici ed evitando le rivolte in piazza di un ceto medio che, da noi, ha trovato nelle urne il modo di esprimere la sua protesta, mandando al governo i nostri “gilet gialli”. Certo, la visione di M5S e Lega è differente e trovare un compromesso soddisfacente fra le proposte non è semplice, ma la sfida è quella di mettere insieme i bisogni del Sud e del Nord, dei disoccupati e dei piccoli imprenditori in difficoltà, di tutela dell’ambiente e necessità di efficienza, di rigore nell’amministrare la cosa pubblica e di crescita economica per aziende e lavoratori, e così via, per arrivare ad una sintesi il più possibile condivisa ed utile a tutta la cittadinanza. Il tutto, poi, dovendo avere a che fare con un’opposizione particolarmente aggressiva. Non tanto quella parlamentare, che, oltre ad essere minoritaria, svolge, giustamente il proprio ruolo, quanto, soprattutto, quella mediatica e delle cosiddette istituzioni indipendenti, nazionali ed internazionali. Finora i nostri governanti sono stati dipinti come “irresponsabili” in modo obiettivamente infondato, come dimostrano le trattative di questi giorni. Gettando, sin da prima dell’insediamento dell’Esecutivo, discredito sul Paese con echi anche all’estero e sui tanto temuti “mercati” in un momento difficile, soltanto perché le proposte avanzate erano in discontinuità con le politiche precedenti. Invece la sostanza – al di là dei toni, a volte necessariamente forti per far comprendere anche ai più “sordi” le richieste di cambiamento invocate da una popolazione in difficoltà economica e sociale – è di ragionevolezza e di ricerca una soluzione, al fine di far coesistere politiche espansive e conti in ordine. Chi sono, a questo punto gli responsabili e chi invece gli irresponsabili?

È il turno di Bruxelles di dimostrare responsabilità

L’ultima gaffe di Juncker, che durante una conferenza stampa per il nervosismo getta a terra il testo del suo intervento, chiarisce lo stato di salute del presidente della Commissione e dell’attuale Ue: alle prese con la Brexit, con i gilet gialli che hanno palesato l’inconsistenza di Macron, con il declino di una Germania che mostra segni di cedimento economico oltre che politico. Insistere nel muro contro muro verso l’Italia, nonostante una manovra più che ragionevole, sarebbe segno non di forza, ma di irresponsabilità.