Dopo il risultato nullo dello scorso mese, a ottobre l’Istat ha rilevato una flessione del fatturato dell’industria pari a mezzo punto, riflettendo le diminuzioni sia del mercato interno (-0,7%) che del mercato estero (-0,2%). Un calo che però non ha intaccato più di tanto il consuntivo trimestrale: nel periodo agosto-ottobre l’indice è aumentato dello 0,3% rispetto alla media del trimestre precedente.  Osservando i raggruppamenti principali di industrie si può notare come su base mensile sia in crescita solo il fatturato relativo ai beni di consumo (+1,4%) e all’energia (+1,6%, al netto della quale l’indice generale mostra un -0,6%). Al contrario, per la media trimestrale l’Istat indica una sola flessione: quella del fatturato legato ai beni strumentali, diminuito dello 0,2% contro il +0,4% dei beni di consumo, il +0,3% dei beni intermedi e il +2,1% dell’energia. Positivo anche il risultato tendenziale. Rispetto ad un anno fa il fatturato dell’industria è aumentato del 2%, influenzato positivamente sia da quello interno che da quello estero (rispettivamente +1,7% e +2,7%). Per il consuntivo sui primi dieci mesi dell’anno l’Istat indica un +5,4% (+4,9% per il fatturato nazionale e è 6,3% per quello estero). Anche gli ordinativi hanno seguito un andamento simile: su base mensile si registra infatti un -0,3% (risultato uguale sia per quelli interni che per quelli esteri), su base trimestrale  un +0,5%, mentre su base annua un +2% (dato grezzo). Per quanto riguarda il settore manifatturiero l’Istituto evidenzia che «al netto della componente di prezzo» si è verificata «una flessione congiunturale nella media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi precedenti, proseguendo nell’andamento negativo già registrato nei mesi di agosto e settembre».