di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Lo abbiamo più volte ribadito: nel complesso la manovra economica disegnata dal Governo ci sembra un buon punto di ripartenza per il Paese, nonostante alcuni provvedimenti siano più condivisibili rispetto ad altri. Ciò che approviamo è innanzitutto l’impianto concettuale che ne è alla base, ovvero che sia un progetto finalizzato alla crescita economica e volto a superare le politiche di austerità, che erano dirette soprattutto a ridurre le spese sociali. Condividiamo l’intenzione di ribaltare la prospettiva del Paese, dopo anni di azioni improntate esclusivamente sulle esigenze finanziarie in un’ottica ultraliberista, a scapito delle istanze e dei diritti delle fasce più deboli, dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, delle piccole imprese. Sappiamo che le politiche di austerity hanno determinato risultati negativi dal punto di vista occupazionale e del lavoro di qualità, dell’inclusione sociale, della lotta alla povertà, senza peraltro neanche riuscire a produrre ripresa economica né riduzione del debito e del deficit. E quindi il tentativo gialloblu, osteggiato da molti, ci appare più che apprezzabile. Ciò premesso, la manovra è senz’altro migliorabile e perfettibile. Per questo valutiamo positivamente il fatto che si sia concretamente manifestato l’impegno del Governo di rispondere alla richiesta dei sindacati e che quindi si sia deciso di incontrare le parti sociali per un confronto in merito alla legge di bilancio. È una buona, un’ottima notizia, per varie ragioni. In primis perché è importante che l’Esecutivo sia messo a conoscenza delle opinioni e delle osservazioni di chi quotidianamente si occupa di lavoro e di sociale, di chi può esprimersi con cognizione di causa sulle problematiche concernenti disoccupazione, centri per l’impiego, ammortizzatori sociali, pensioni, lavoro. Al fine di accogliere suggerimenti utili a limare e perfezionare la manovra stessa, onde evitare che vengano realizzate eventuali misure poco efficaci, mirate o ponderate che rischierebbero di non ottenere gli effetti sperati nell’attuazione quotidiana. In secondo luogo, oltre alle questioni di merito contenute nella manovra, è positivo il dato politico, ovvero la dimostrazione di una volontà inclusiva che sottintende alla convocazione dei sindacati a Palazzo Chigi prevista per il prossimo 10 dicembre, evitando così quell’autoreferenzialità che era di prassi nella scorsa legislatura. Noi parteciperemo all’incontro con spirito collaborativo e siamo certi che lo stesso faranno anche le altre sigle, che, pur avendo ognuna le proprie opinioni, anche critiche, sui singoli punti della manovra, senz’altro non possono che condividere, come noi, il nuovo approccio politico orientato al sociale. Nell’auspicio che si inizi un confronto costruttivo, uno scambio utile e proficuo nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini.