Questa l’indicazione emersa dalla Tavola Rotonda organizzata il 28 novembre dall’Ugl

Una tavola rotonda davvero importante, ‘Un’autorità indipendente per le amministrazioni e le imprese’, quella organizzata dall’Ugl nella sede confederale di Roma dalla quale è emersa una necessità comune tra sindacato, imprese e Enti locali: mettere mano urgentemente ad una profonda revisione del Codice degli Appalti per fa ripartire gli investimenti pubblici e quindi l’economia.
«Una modifica rilevante del Codice degli Appalti non è più rinviabile – ha detto Luca Malcotti, vice segretario generale dell’Ugl – perché la normativa, varata dopo un lungo travaglio in maniera frettolosa e confusa, ha portato a risultati drammatici sul livello degli investimenti e dell’occupazione».
Luca Malcotti, al quale sono spettate le conclusioni della tavola rotonda, ha potuto rivolgere l’importante sollecitazione al presidente di Anac, Raffaele Cantone, tra i partecipanti della tavola rotonda ‘Un’autorità indipendente per le amministrazioni e le imprese’, organizzata dal nostro sindacato, e al Governo «rappresentato dal Sottosegretario al ministero del Lavoro, on. Claudio Durigon, che ha sottolineato come tra le priorità del governo c’è quella di far ripartire l’economia anche attraverso lo sblocco degli investimenti, ringraziando quindi l’Ugl per questo interessante spunto di riflessione».
Al dibattito, al quale ha portato il proprio saluto il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, e ha presenziato la segretaria nazionale Ugl Viabilità e Logistica, Paola Avella, hanno contribuito gli interventi del prof. Arturo Cancrini dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata che ha sostenuto la tesi più forte tra tutti i relatori sul Codice degli appalti ovvero la necessità di una sua totale cancellazione essendo confuso, inapplicabile, inadeguato. Forti critiche si sono levate anche dai rappresentanti delle imprese, da Ance con Edoardo Bianchi, vice presidente, e da Cna con Mario Pagani, responsabile del Dipartimento per le Politiche industriali, che hanno chiesto una riscrittura profonda e diffusa del Codice avendo quest’ultimo causato un ulteriore rallentamento degli appalti pubblici con un notevole aggravio della crisi in atto da un decennio. Ugo Dibbennardo, direttore Operation e coordinamento territoriale di Anasa, ha sottolineato la necessità di salvare la parte positiva del codice rivedendone tuttavia alcune porzioni, in particolare reintroducendo ad alcune condizioni l’appalto integrato. L’Anci con Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza e delegato Anci in materia di urbanistica e lavori pubblici, ha sottolineato la difficoltà delle amministrazioni locali di gestire la nuova normativa e di portare a compimento gli impegni delle amministrazioni e di riuscire a spendere le risorse disponibili.
Il presidente Anac, Raffaele Cantone, ha sottolineato che ruolo dell’Authority è quello di applicare il codice sulla base della volontà del legislatore e che quindi non è suo compito scriverne le norme, ma ha anche lanciato, evidenziando sia gli aspetti positivi sia le criticità del codice, alcune proposte concrete di modifica.
Sempre l’Ugl, con Luca Malcotti ha sottolineato come «qualsiasi sforzo migliorativo tuttavia rimarrebbe vano se non verrà contestualmente e parallelamente fatto un investimento nella PA per incrementare il personale, la relativa formazione e professionalità» e con Cristiano Bonelli, responsabile nazionale Ugl Anac, «la necessità che ai dipendenti Anac siano riconosciute le  professionalità attraverso nuovo contratto e che la pianta organica sia adeguata alle competenze attribuite all’Autorithy».

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