Intervenendo in aula al Senato sulla manovra, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha assicurato che l’esecutivo sta «attentamente valutando, man mano che va avanti il disegno delle misure fondamentali, i loro costi effettivi, se si possano cioè trovare gli spazi finanziari per migliorare l’equilibrio tra la crescita e il consolidamento dei conti pubblici. In questa direzione il dialogo con l’Ue può trovare spazi nuovi». Il rischio, ha spiegato il titolare di via XX settembre, è che se l’opinione della Commissione europea dovesse trovare conferma all’Ecofin, prenderebbe vita «la prospettiva di procedura infrazione sul debito, una prospettiva che pone il governo e il Parlamento sovrano di fronte alla necessità di assumere una decisione di forte responsabilità e di attuare una operazione di verità». «Non è nostra intenzione parlare di responsabilità del passato – ha precisato il ministro – e ho ricordato che si tratta della nostra storia comune, anche se il dibattito domestico non ci consente di accettare la morale in tema di politica e crescita», anche perché negli ultimi anni c’è stato «un aumento della spesa corrente per finanziarie la stagione dei tanti bonus con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio». Il ministro ha infatti sottolineato che «dopo la crisi del 2008 siamo ancora lontani da Pil e dalla disoccupazione di 10 anni fa: è aumentata in modo insopportabile l’area di povertà e disagio sociale e non è stato raggiunto l’obiettivo di riduzione del debito né il pareggio bilancio, non abbiamo avuto la stabilizzazione economica, sociale e della finanza pubblica».