In attesa del maxiemendamento del governo sulla legge di bilancio, arrivano delle conforme e delle novità sul versante previdenza. La conferma, chiaramente, è che Quota 100 ci sarà. Lo hanno ripetuto più volte sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio, i due vice presidenti del Consiglio dei ministri, impegnati in questi giorni a fornire risposte alle sollecitazioni giunte da Bruxelles. Secondo le ultime stime, Quota 100, numero magico derivante dalla somma di età anagrafica ed anzianità contributiva, potrebbe avere un impatto in termini finanziari inferiore di un miliardo e mezzo rispetto alle previsioni iniziali, fermo restando che, poi, il vero costo dipende in larghissima parte dalle persone che effettivamente vorranno scegliere liberamente di aderire a questa opportunità per uscire prima dal lavoro. Si accennava ad alcune novità, una delle quali potrebbe essere una rivisitazione delle norme sul riscatto della laurea. Oggi, se non fatta per tempo, ha costi proibitivi per la maggior parte dei lavoratori; a conti fatti, quattro anni di riscatto equivalgono a quasi due anni di stipendio. Ora l’idea sarebbe quella di permettere un riscatto per così dire libero. Sarebbe il beneficiario, purché assunto dopo il 1996, ad indicare l’ammontare dei contributi che intende versare, una soluzione che potrebbe rendere più interessante uno strumento che, al momento, è oggettivamente poco usato.