di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

A volte non è semplicemente una questione di risorse; in fin dei conti, di fondi dedicati ve ne sono diversi, dal Fondo per le politiche familiari al Fondo nazionale per la non autosufficienza,  dal Fondo trasporto alunni con disabilità al Fondo caregiver, passando per quello dedicato alla formazione specialistica per glio insegnanti di sostegno, qualcuno anche potenziato negli ultimi dodici mesi. Ma, per quanto si voglia fare, si rischia pur sempre una goccia in un mare sempre più grande. Consapevoli che le risorse finanziarie destinate alle politiche sociali di sicuro bastano a coprire una parte molto limitata del fabbisogno richiesto, da tempo la nostra Organizzazione sindacale propone nuove strade che possono vedere il concorso di soggetti pubblici e privati in una sorta di welfare community per la promozione delle capacità e delle opportunità di vita delle persone. Per la “non autosufficienza”, ad esempio, visto che i finanziamenti in ogni caso non bastano per soddisfare le crescenti e sempre più pressanti esigenze legate all’aumento delle aspettative di vita, si potrebbe adottare il sistema proposto dal Cnel già nel 2002, proprio su nostra iniziativa, per l’istituzione di una assicurazione sociale, sul modello tedesco del 1994, gestita da Fondi regionali con un Fondo perequativo nazionale, una proposta che ha, fra le sue linee essenziali, la copertura dell’intero fabbisogno assistenziale con la possibilità di riconoscimento del  diritto soggettivo all’assistenza, il riequilibrio delle disparità regionali, l’intervento economico-finanziario diretto, il finanziamento di programmi di assistenza locale. Il tutto con la possibilità di creare nuova occupazione.