di Francesco Paolo Capone

Segretario Generale Ugl

Uno dei sintomi maggiori dell’arretratezza del “Sistema Italia” è la gestione inadeguata del ciclo di smaltimento dei rifiuti. Tutti noi abbiamo in mente le immagini delle nostre città, Roma, Napoli e non solo, invase dall’immondizia, ma anche quelle del degrado rinvenibile nelle campagne, sulle coste, in territori che per bellezza ed attrattiva turistica meriterebbero ben altra cura. In questi giorni la questione è tornata di strettissima attualità. Da un lato abbiamo assistito al botta e risposta tra Di Maio e Salvini sugli inceneritori, dall’altro sappiamo che l’amministrazione capitolina in queste ore è alle prese con il dissesto Ama, la municipalizzata che si occupa dell’immondizia a Roma. Per quanto riguarda lo scambio di battute fra i due Vicepremier, a costo di apparire ecumenici, occorre dire che entrambi hanno delle fondate ragioni. Il leader 5 Stelle, invocando una modernizzazione del sistema nel segno della green economy, disegna il futuro verso il quale dobbiamo necessariamente tendere nell’interesse di tutti. Il segretario della Lega, sottolineando la drammaticità della situazione, specie in alcune aree del Paese, invoca soluzioni rapide e concrete, magari non perfette, come i termovalorizzatori, ma al momento necessarie. Occorre trovare una quadratura del cerchio, puntando innanzitutto sulla risoluzione delle criticità a monte. In primis una legislazione che riduca la produzione stessa dei rifiuti, limitando, ad esempio, l’uso di imballaggi e di merci usa e getta, come ha parzialmente legiferato il Parlamento Ue. In secondo luogo un corretto smaltimento dei rifiuti industriali, che rappresentano il cuore del problema, dato che la produzione di rifiuti speciali e industriali è cinque volte maggiore in confronto a quelli urbani, che i rifiuti industriali sono molto più inquinanti e pericolosi rispetto a quelli di produzione “privata” e che la crisi economica ha peggiorato la situazione, inducendo molte aziende a eliminare i rifiuti in modo illecito per ridurre i costi. Infine un contrasto netto e determinato delle “ecomafie”, le organizzazioni criminali che lucrano sullo smaltimento illecito dei rifiuti mettendo a gravissimo repentaglio il nostro ambiente e quindi la salute dei cittadini. Di tutte le azioni di cui il Paese ha bisogno, dopo anni di gestione scriteriata, quello della corretta ed efficace gestione del ciclo dei rifiuti è una delle più importanti, per le conseguenze positive che un approccio equilibrato, concreto ma anche lungimirante, potrebbe avere non solo dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute, ma anche da quello economico ed occupazionale, come avviene in molti altri Stati moderni. L’auspicio è che il cambiamento politico, superati i contrasti, porti delle novità positive anche in questo settore, così importante per il presente e per il futuro del Paese.