di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Sebbene ci si sia tutti più o meno assuefatti ai voli pindarici di commentatori politici che sembrano più interessati ad auto compiacersi delle proprie visioni che ad analizzare con un minimo di obiettività la realtà dei fatti, oggi in edicola troviamo un editoriale che supera per arditezza tutti quelli che abbiamo avuto modo di leggere negli ultimi mesi. Si tratta del fondo di Claudio Cerasa, che, dalle pagine del Foglio, giunge a ipotizzare, o meglio a caldeggiare, la più fantascientifica delle alleanze: quella tra Lega e Pd. La “pazza idea” di Cerasa è resa ulteriormente insolita dal fatto che il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara non è mai stato politicamente vicino né alla Lega né al Pd. Eppure il direttore, notoriamente ostile all’esperimento gialloblu, pur di impedire che l’esecutivo proceda nella sua azione politica ed economica, a partire dall’approvazione della manovra, spera in un improvviso dietrofront di Matteo Salvini. Cerasa auspica, in sintesi, che il leader della Lega molli il partner di governo e si accordi con il nemico per eccellenza, ovvero il Partito Democratico, quello che a ogni piè sospinto dipinge Salvini stesso come il pericolo pubblico numero uno, quello detestato anche dagli elettori leghisti che meno digeriscono l’alleanza coi grillini. L’effetto di questa clamorosa giravolta dovrebbe essere quello di arrivare alle elezioni anticipate, da tenersi in contemporanea con le prossime europee. Non è chiaro cosa accadrebbe nel lasso di tempo che ci separa dalla scadenza elettorale di primavera, ma, seguendo il ragionamento di Cerasa, immaginiamo che il nostro sogni un tecnico, alla Cottarelli o, perché no, alla Draghi, a traghettarci, novello Caronte, verso la fatidica data. Quale sarebbe il fine ultimo di tutta questa machiavellica strategia ideata dal direttore del Foglio? Non tanto quello dichiarato, cioè isolare il Movimento 5 Stelle, quanto l’archiviazione, possibilmente definitiva, del sovranismo. Ovvero di quel progetto di superamento della globalizzazione politica, economica e finanziaria, che sta dilagando in tutto il mondo e che in Italia è attualmente portato avanti dalla “strana coppia” formata da Salvini e Di Maio. Per andare a Canossa, tornando umilmente a venerare i dogmi dell’austerity, dello spread, della Ue, della Fornero, in sintesi della subalternità della politica rispetto alla finanza. Nonostante limiti e criticità di questo esecutivo, si tratta uno scenario francamente terrificante, ma fortunatamente possibile solo nelle fantasie di quell’establishment giornalistico, politico, economico, che vede con sempre maggior timore il concretizzarsi delle politiche sociali ed economiche sovraniste ben sapendo che, se realizzate, porteranno frutti benefici e consegneranno finalmente alla storia l’era del dominio della finanza globalizzata.