di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questi giorni dedicati alle festività autunnali, negli Usa ci si prepara ad un importante appuntamento, ovvero le elezioni di medio termine per il rinnovo del Congresso e delle cariche di governatore di buona parte dei singoli Stati che compongono la federazione americana. Un evento dalla risonanza internazionale, dato il peso economico, politico e militare degli Stati Uniti. Una prova che consente di verificare l’opinione degli elettori in merito all’operato del presidente in carica, in questo caso Donald Trump. Il giudizio di midterm avrà effetti pratici significativi, offrendo al presidente un Congresso più o meno amico, ma sarà soprattutto una cartina di tornasole sull’impatto delle politiche trumpiane in America, consentendo al leader di proseguire sulla sua strada, in caso di esito positivo, o di aggiustare il tiro per riconquistare l’elettorato, se negativo. Comunque vadano le cose, sta di fatto che l’elezione del magnate alla Casa Bianca ha rappresentato un importante punto di svolta politica non solo negli Usa, ma in tutto il mondo. Il presidente Trump resta uno fra i più discussi ed inconsueti fra i recenti inquilini della Casa Bianca. Un personaggio capace di andare oltre i classici schemi che solitamente contrappongono democratici e conservatori, un repubblicano “sui generis”, diversissimo rispetto agli altri appartenenti a tale schieramento in quanto promotore di una visione nuova, ovvero una sorta di sovranismo in salsa Usa. Un miliardario amato e votato dalla classe lavoratrice, un innovatore in politica estera, si pensi al caso della Corea del Nord, un sostenitore del neoprotezionismo, che può vantare al momento una crescita economica ed una riduzione del tasso di disoccupazione notevoli, anche se i soliti commentatori finanziari sostengono che a breve anche l’economia americana subirà una contrazione. Detestato dai media e dall’intellighenzia, come accade anche qui da noi con chi non segue i dettami del politicamente e soprattutto dell’economicamente corretto, accerchiato da collaboratori discussi con cui spesso si è trovato in attrito, al centro della famosa inchiesta sulle ingerenze russe durante la sua elezione, criticato perfino per la capigliatura e per gli abiti della consorte. La campagna elettorale è stata poi funestata, dopo l’ondata di ordigni inviati contro esponenti democratici, dall’attentato alla sinagoga di Pittsburgh, costato 11 vittime, in un clima politico sempre più teso. Nonostante tutto, finora Trump ha superato brillantemente crisi interne ed internazionali e si appresta alla sfida delle elezioni di medio termine con un indice di popolarità ai massimi storici, supportato da una cittadinanza che in larga maggioranza condivide le sue scelte politiche ed economiche. A breve sapremo quale giudizio daranno gli americani sulla presidenza Trump nel segreto delle urne.