Dopo il freddo giudizio dell’Upb –  che ha giudicato «troppo ottimistiche» le previsioni di crescita pronunciate nella Nota di Aggiornamento al DEF –  il ministro dell’Economia Giovanni Tria è tornato in aula nel tentativo di far valere le ragioni del governo, cominciando a illustrare qualche dettaglio in più riguardo le coperture. Nel corso dell’intervento il ministro ha infatti confermato che «a seguito della mancata validazione del quadro macro economico programmatico da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio il governo ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nella NaDef». L’esecutivo è quindi deciso ad andare avanti, come già sottolineato dai vicepremier Di Maio e Salvini in una nota congiunta diffusa nella serata di ieri. È inopportuno, secondo Tria, «basare il quadro su scenari di rischi al ribasso. L’aumento dello spread desta certamente preoccupazione ma voglio ribadire che si tratta di una reazione eccessiva non giustificata dai fondamentali dell’economia e della finanza pubblica italiana». Spostandosi poi sulle cifre della manovra il ministro del Tesoro ha spiegato che «la manovra sarà di 36,7 miliardi. Nel 2019 sono previsti 6,9 miliardi di tagli di spesa e 8,1 miliardi di aumenti di entrate, nel 2020 3,9 miliardi per ciascuna delle voci e nel 2021 rispettivamente 4,7 miliardi e 5,2 miliardi». Per quanto riguarda invece il tema delle pensioni e del reddito di cittadinanza, il ministro dell’Economia ha spiegato che si tratta di provvedimenti che peseranno sulla manovra per 16 miliardi di euro per ogni anno del triennio.