di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Mentre in Italia, con il caso Riace, siamo di fronte all’ennesimo scandalo sulla gestione del fenomeno migratorio da parte della sinistra, in Germania le forze di governo che sostengono la cancelliera Merkel, ovvero Cdu, Csu e Spd, hanno trovato un accordo in merito alla nuova legge sull’immigrazione. La questione, scottante anche in terra tedesca, è stata una delle principali cause del forte ridimensionamento dei partiti di establishment alle scorse elezioni e della crescita esponenziale del partito nazionalista ed euroscettico Afd. E così la Grosse Koalition, che può contare su un consenso elettorale in calo e su una ridotta maggioranza parlamentare, si è trovata infine costretta ad affrontare il nodo migranti. Ne è venuta fuori una riforma orientata a puntare maggiormente sulla qualità dell’immigrazione, segnando dal punto di vista politico una vittoria per la componente più orientata “a destra” e maggiormente intenzionata a mettere un freno all’immigrazione, ovvero la Csu di Seehofer, presidente dei cristianodemocratici bavaresi e attuale ministro dell’Interno. Con le nuove norme, gli stranieri provenienti da Stati extra-Ue avranno visti temporanei di 6 mesi per cercare lavoro in Germania e dovranno rispondere a determinati prerequisiti su conoscenza della lingua e istruzione, mediante anche un sistema più rapido per il riconoscimento dei titoli di studio. Si punta, ancor più di prima, su un’immigrazione qualificata, ostacolando contemporaneamente la permanenza di irregolari e di migranti privi di una formazione utile all’economia tedesca. Il sottotesto è quello di una più netta separazione fra richiedenti asilo e migranti economici, nocciolo del problema in Germania come in Italia, ed anche su questo punto dirimente è prevalsa una linea più rigorosa, anche se la norma non scioglie completamente la questione e resta da chiarire il da farsi per quanto riguarda gli immigrati già presenti sul territorio tedesco, qualificati ed integrati, che però non hanno un regolare permesso di soggiorno. L’accordo sta avendo un’eco in tutta Europa, dove il tema migratorio è centrale, sia a causa dell’importanza politica ed economica della Germania, sia perché dimostra che non si può più nascondere l’impatto devastante delle migrazioni incontrollate degli ultimi anni, che hanno messo a dura prova anche un Paese ricco e forte come quello tedesco imponendo di correre al più presto ai ripari. A Berlino si è infine trovato un compromesso, con un approccio pragmatico che mira alla qualità dell’immigrazione. E a farlo è stato un governo di larghe intese. Da noi, invece, c’è ancora chi crede, o finge di credere, che si possano accogliere tutti indistintamente, magari aggirando le leggi come accaduto a Riace, senza che ciò possa mettere in discussione il già fragile sistema – economico, sociale, civile – in cui viviamo.