Un accordo, e meno male che è arrivato, che è un tentativo di mettere una pezza alla decisione unilaterale ed improvvisa presa dal management. Dopo una lunga nottata di trattativa, è stato infatti definito il piano che dovrebbe garantire un primo sostegno al reddito ai lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, nella speranza che si possa assicurare un futuro allo stabilimento o, quanto meno, una rapida rioccupazione del personale dipendente. Come noto, la multinazionale belga proprietaria del sito, senza particolari ragioni, ha deciso nel giugno scorso di chiudere la fabbrica toscana, attivando una procedura di licenziamento collettivo. Una situazione senza via d’uscita apparente, visto che i vertici aziendali hanno più volte ribadito la loro volontà, nonostante le pressioni del sindacato e delle istituzioni. L’accordo di questa notte appare molto articolato, in quanto poggia su un sistema di ammortizzatori sociali e sugli incentivi per le assunzioni del personale licenziato. In sintesi, la produzione terminerà con l’anno in corso; da quel momento, scatterà la cassa integrazione straordinaria a zero ore per la durata di dodici mesi, periodo nel quale vi è un doppio impegno: a trovare un nuovo acquirente per lo stabilimento, magari attraverso una segmentazione, e a favorire la rioccupazione di parte del personale presso altre aziende con un incentivo di 10mila euro.