Uno dei peggiori risultati dell’ultimo periodo

Dopo il forte recupero registrato a giugno (+5%), a luglio le esportazioni italiane hanno riportato una nuova flessione congiunturale, eguagliando il calo già registrato a 2018 e confermando la fase di debolezza dell’economia italiana. In particolare la contrazione è stata del 2,6%: uno dei peggiori risultati degli ultimi anni. La diminuzione, spiega l’Istat, è legata quasi esclusivamente alla dinamica delle esportazioni verso i mercati al di fuori dell’Unione europea (scese del 5%), ma anche quelle verso i Paesi Ue sono calate (-0,4%). Per quanto riguarda i raggruppamenti principali di industrie, i cali maggiori hanno interessato le vendite di beni strumentali (-6,5%) e quelle di energia (-2,5%), mentre quelle di beni di consumo hanno riportato un -1,9%. Solo i beni intermedi risultano in crescita, con un +0,9%. Decisamente meglio il confronto trimestrale e quello annuo. Rispetto al periodo febbraio-aprile risultano in aumento le esportazioni di tutte le principali industrie, fatta eccezione per quelle di beni di consumo durevoli per i quali l’Istat indica un calo dello 0,3% delle vendite. Risultato che ha comportato un aumento dell’indice generale dell’1,2%. Rispetto al luglio scorso invece l’export mostra un aumento del 6,8%, legato in larga parte al +9,8% delle vendite di beni intermedi e al +6,1% che ha interessato i beni strumentali. Importante l’aumento rilevato per la vendita verso l’estero di energia: 41,8%.  Rispetto ad un anno fa i Paesi che hanno contribuito maggiormente all’incremento delle esportazioni sono Francia (+11,9%), Germania (+9,0%), Svizzera (+14,4%) e Spagna (+8,7%).