Il decreto Dignità dovrebbe portare ad uno spostamento fra le forme contrattuali

Impennata dell’occupazione nel secondo trimestre dell’anno. Con riferimento allo stesso periodo del 2017, l’incremento è dell’1,7%, con il tasso di occupazione che si incrementa di mezzo punto percentuale ed arriva al 58,7%. Anche nel netto dell’aggiustamento che si è avuto a luglio 2018, che l’Istat ha evidenziato nei suoi dati provvisori, rimane comunque il fatto che può considerarsi chiusa la forbice rispetto al periodo pre-crisi. L’indagine Istat fa riferimento al periodo immediatamente precedente il decreto Dignità che contiene, come noto, una revisione della disciplina sui contratti a termine in senso più stringenti, sulla durata – 24 mesi invece di 36 – come sulle regole generali – reintroduzione delle causali e riduzione delle proroghe. Nei dodici mesi considerati, l’occupazione cresce sul versante dei contratti a tempo determinato, mentre cala, seppur di poco, per i tempi indeterminati. Gli inattivi sono quasi 400mila in meno.