di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Il tema di oggi è l’informazione. Il Parlamento europeo ha approvato la discussa direttiva sul copyright, che si occupa di tutelare in modo più chiaro ed omogeneo il diritto d’autore con ciò, però, provocando un sentito dibattito in quanto la disciplina oggetto di discussione deve contemperare due diritti altrettanto significativi: da un lato quello degli autori a veder tutelata la propria opera intellettuale, dall’altro quello degli utenti alla libera circolazione delle notizie. Il nocciolo della questione è il futuro del sistema dell’informazione. Il mondo dei mass media negli ultimi anni, con la diffusione ormai capillare di Internet e dei suoi derivati, ovvero motori di ricerca, social network, web magazine, ha subito tanti e tali cambiamenti da essere ormai pressoché irriconoscibile. Attraverso la rete un flusso di informazioni prima impensabile si è riversato nella vita di quanti – ormai sempre di più – hanno dimestichezza con le nuove tecnologie. I tradizionali mezzi di comunicazione, ovvero radio, carta stampata e televisione, ne sono stati travolti, diventando progressivamente elementi residuali nel sistema informativo. Ora si possono pubblicare e diffondere notizie ed opinioni grazie ad uno strumento pervasivo, il computer, tablet o smartphone connesso ad Internet, che ormai tutti possiedono e che consente a chiunque voglia far conoscere un fatto o un’opinione di bypassare il costoso apparato della diffusione professionale e quindi potenzialmente di essere letto e conosciuto in tutto il mondo. Ciò ha messo in pericolo la qualità dell’offerta informativa – non essendoci vincoli di competenza, verifica delle fonti e deontologia – dando vita alle ormai note “fake news” ed ha anche minato la doverosa tutela dei lavoratori dell’informazione, non tanto delle grandi firme già affermate e protette, ma di tutti i semplici giornalisti sempre più spesso precari e sottopagati. D’altro canto, però, tutto ciò ha consentito di scardinare un sistema, quello dell’informazione tradizionale, e far entrare aria nuova in un ambito piuttosto opaco, autoreferenziale, legato ai cosiddetti “poteri forti”, come dimostrano i molti scandali ignorati dai media classici e scoperti solo grazie alla presenza della rete. Trovare una quadra non è certo semplice ed anche nel mondo dell’informazione, come spesso avviene, l’ago della bilancia deve trovare un equilibrio fra le due opposte e complementari esigenze di sicurezza e libertà.

Chi controlla?

La questione di fondo è il controllo: sulla veridicità delle notizie, in merito alla diffusione di proprietà intellettuale altrui, ma anche sugli stretti legami fra gruppi di potere politici o affaristici e mezzi di stampa. Per evitare che gli utenti dell’informazione abbiano accesso a notizie false, manipolate, amplificate o sottaciute per ragioni di convenienza politica o economica. Il sistema dell’informazione – i nuovi media come quelli tradizionali – deve essere il più possibile trasparente ed indipendente dato il suo essenziale ruolo nella società.