La conferma è arrivata direttamente dal vice premier Matteo Salvini: la Lega al governo è intenzionata ad insistere sulla riforma della legge Fornero delle pensioni, uno degli impegni presi con il corpo elettorale alla vigilia delle ultime elezioni politiche di marzo. La riforma Fornero, varata nel dicembre del 2011 con il primo decreto del governo Monti, ha portato al superamento del sistema delle “Quote”, introdotto dall’allora ministro Cesare Damiano nel 2007, in ottemperanza ad un accordo preso con le organizzazioni sindacali per superare il cosiddetto “Scalone”, vale a dire il repentino aumento dell’età pensionabile che si sarebbe verificato per effetto della riforma Maroni del 2004. Si torna quindi a guardare al sistema delle Quote – vale a dire alla somma fra età anagrafica e anzianità contributiva – come modello praticabile per ridare flessibilità all’intero sistema, senza peraltro andare ad intaccare in maniera sostanziale i conti dell’Inps, visto e considerato che la Fornero è pesata e sta pesando in maniera sensibile fra costi diretti – quelli che coprire gli esodati – ed indiretti – il blocco delle uscite ha inciso sul ricambio generazionale e, conseguentemente, sul mancato avvio di giovani e quarantenni nel mercato del lavoro. Il sindacato è pronto al confronto, come ha ricordato lo stesso segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, che ha posto l’accento sul rischio polveriera sociale.