A volte è un terremoto, come è accaduto ad Assisi o, più recentemente, nel sisma di due anni fa nell’Italia centrale. Altre volte è l’acqua che scende come mai prima, come è successo a Firenze e in tante altre occasioni, oppure che si insinua subdola fino a provocare il crollo di un muro o di una volta, da Pompei alla Domus aurea a Roma. Sovente è l’incuria dell’uomo, di chi, preposto a mettere in campo degli interventi protettivi, non si attiva colpevolmente o, piuttosto, di chi dovrebbe stanziare le risorse eppure glissa. L’Italia è un Paese fragile. Lo abbiamo raccontato in un numero del nostro settimanale. L’immenso patrimonio artistico, architettonico ed ambientale necessita di una estrema attenzione, quella che difficilmente può arrivare dagli enti locali, alle prese con sempre più pressanti ristrettezze di bilancio, ma, probabilmente, neanche dalle Sovrintendenze, le quali spesso ingaggiano aspri duelli proprio con i comuni sulle competenze, con il risultato che a rimetterci è il cittadino. Eppure, a fronte di questa enorme fragilità, l’Italia è anche il Paese con più siti riconosciuti quali patrimonio dell’umanità. Sono 54 le località in Italia, a partire dal centro storico di Roma, ferito dal crollo del tetto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma al Foro romano, proprio all’ombra del Campidoglio, a fregiarsi del logo dell’Unesco, il 5% del totale nel mondo, davanti alla Cina, alla Spagna e alla Francia. È la dimostrazione plastica di quanto questo patrimonio così fragile possa essere la forza del nostro Paese. Nel 2017, oltre 50 milioni di turisti hanno visitato un museo o un luogo d’arte nostrano per un incasso al botteghino di oltre 194 milioni di euro. Il Lazio ha segnato un più 13% nel numero dei visitatori, la Campania e la Toscana hanno superato il 10%. Il Friuli Venezia Giulia è arrivato ben oltre il 15% di incremento, la Puglia ha sfiorato il 20%, la Liguria addirittura quasi il 26% in più. Ed è un delitto che l’incuria dell’uomo, come è accaduto nel crollo del Ponte Morandi a Genova, possa andare ad incidere negativamente su trend così positivi. Il crollo della chiesa romana, per un puro caso, non ha, fortunatamente, provocato vittime, ma il segnale che arriva è chiaro: abbiamo un grande patrimonio che produce ricchezza e dà lavoro a milioni di persone; non possiamo abbandonarlo al proprio destino.