di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Non dovrebbe essere certo compito di un sindacalista di destra indicare una strategia vincente ad una sinistra in evidente affanno. Anzi, fa buon gioco che i suoi rappresentanti continuino a percorrere pervicacemente una strada in costante discesa. Eppure è anche vero che per una sana dialettica democratica è necessaria la presenza di un’opposizione credibile ed è altrettanto vero che il clima di ostilità crescente fra italiani di diverse opinioni politiche non giova alla coesione sociale del Paese. Allora, superando, solo per un attimo, gli “steccati” ideologici si cercherà di lanciare una fune ad una sinistra che si sta inabissando nelle sabbie mobili dell’irrilevanza politica, continuando a dimenarsi scompostamente nonostante l’evidente necessità di riuscire a mantenere calma e compostezza. Ebbene, qual è stata finora la linea d’azione dei politici che fanno capo al Pd ed alla piccola frangia rappresentata da Leu e dei loro simpatizzanti onnipresenti sui mass-media? Da un lato l’arroccamento, ovvero non mollare di un millimetro sulle proprie posizioni e sulle proprie scelte passate, e dall’altro una costante delegittimazione non tanto degli avversari politici, quanto soprattutto dei loro sostenitori. In sintesi la sinistra ora all’opposizione continua a scagliarsi non solo contro il governo, cosa che rientra nell’ordine naturale delle cose, ma anche e soprattutto contro gli italiani che l’hanno votato. È piuttosto difficile recuperare simpatie – e voti – fra gli elettori non ammettendo di aver fatto neanche un errore se non nella “comunicazione” dei propri successi e delle proprie virtù, negando difficoltà, bisogni, richieste, ed etichettando chiunque abbia riposto la propria fiducia in altre forze politiche con vario genere di epiteti, il più gentile dei quali è “analfabeta funzionale”. Eppure, nonostante sia evidente il fatto che un simile approccio verso la massa popolare ed elettorale sia politicamente suicida, il modus operandi dei politici e degli intellettuali di sinistra continua a non cambiare. Dovrebbero, invece, prendere esempio dal comportamento – sorprendente in questo clima – del celebre architetto e senatore a vita Renzo Piano, che ha presentato alla regione Liguria ed al Comune di Genova un progetto per la ricostruzione di un ponte sul Polcevera dopo il tragico crollo del Morandi. Nonostante le polemiche fra l’Esecutivo ed Autostrade, senza curarsi delle accuse reciproche fra gli attuali governanti e quelli precedenti, in barba al fatto che non una delle amministrazioni coinvolte – nazionali o locali – sia in mano alla sinistra, Piano, l’archistar, non certo noto per simpatie leghiste o grilline, si è messo a disposizione. Dando l’impressione di voler “costruire un ponte” non solo d’acciaio e cemento, ma anche di solidarietà e di affetto, come da tempo non si vedeva, tra italiani.