di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questi giorni si sono verificati diversi episodi di violenza ai danni di immigrati o di persone appartenenti a minoranze etniche, che hanno scatenato una polemica politica arrivata fino ai vertici delle Istituzioni. Dopo il ferimento – non è ancora chiaro se fortuito o intenzionale – di una bambina rom è infatti intervenuto addirittura il Quirinale, con Mattarella che si è sentito in dovere di dichiarare che “L’Italia non può somigliare a un Far West dove un tale compra un fucile e spara dal balcone”. Successivamente il monito del Presidente è stato seguito a spron battutto dalla stampa mainstream e da una sinistra a corto di argomenti, che hanno parlato di un allarme violenza razzista. In Italia, come in ogni altro Paese, purtroppo, ogni giorno si verificano reati di vario genere ai danni di stranieri e di italiani, commessi da italiani o da stranieri, che – senza voler scendere in dettagli statistici per verificare quali siano le comunità in proporzione maggiormente responsabili di atti illeciti – vanno tutti e sempre puniti, è bene ribadirlo, ed occorrerebbe anche più severità e maggiore certezza della pena. L’impressione, però, è che i recenti episodi, messi in fila anche quando diversi l’uno dall’altro, dando per scontati moventi razziali tutti da dimostrare, siano stati utilizzati a scopi pretestuosi per dare corpo al solito teorema, ovvero quello di un’Italia violenta e razzista. Il tutto per contrastare le mosse del Governo volte ad una gestione più seria delle migrazioni e la proposta di legge della Lega sulla legittima difesa. Come se ci fossero solo due possibilità: lassismo o intolleranza, ovvero non fosse possibile una maggiore tutela della sicurezza pubblica senza scadere nel “Far West”. Non è così. Al contrario, con tutta probabilità, una maggiore tutela della sicurezza reale e percepita dai cittadini contribuirebbe a rasserenare gli animi e genererebbe maggiore tolleranza ed una più pacifica convivenza civile. Non solo. Non c’è nessun nesso fra quanto accaduto e la proposta di legge sulla legittima difesa. Cercare una connessione fra cose tanto difformi è fuorviante ed evidentemente fazioso. Innanzitutto perché quella sulla revisione della legge sulla legittima difesa è al momento soltanto una proposta, mentre gli episodi di violenza avvenuti in questi giorni sono stati possibili non in base a leggi future, ma con le norme al momento vigenti. In secondo luogo perché tutti gli atti di violenza sono accaduti in strada ed in situazioni del tutto differenti rispetto alla difesa da eventuali aggressioni che avvengano all’interno delle mura della propria casa o della propria attività, come vorrebbe la proposta di legge. Insomma fumo negli occhi, per dipingere il solito ritratto – refrain della sinistra – di un Paese violento e razzista. Cosa che l’Italia non è e non è mai stata.