Dura reazione di politica e sindacato davanti alla decisione presa dal management della Bekaert di Figline Valdarno che ha confermato, praticamente senza appello, di voler licenziare i suoi 318 dipendenti. «Non ho mai visto tanta arroganza da un’azienda – ha commentato a caldo il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, che aveva convocato le parti al Mise -; ho assicurato al vicepresidente europeo di Bekaert che siccome non ha dato nessuna disponibilità a bloccare il piano di mobilità, questo governo si premurerà di andare in giro per il mondo a raccontare la poca attendibilità di questa multinazionale». Di Maio ha poi aggiunto: «Loro avranno un primo sponsor negativo nel mondo che sarà il governo italiano». Dura la reazione anche del sindacato, tutto mobilitato a difesa dei posti di lavoro. In particolare, il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, ha parlato di «danno gravissimo per 318 operai di mezza età», centrando l’attenzione su un aspetto, quello della difficoltà di reimpiego delle persone vicine ai cinquanta e più anni, ma comunque ancora molto lontane dal pensionamento. Uno scenario reso ancora più preoccupante dal Jobs act e dalla precedente riforma Fornero del lavoro che hanno modificato le norme di accesso alla mobilità. Forte pessimismo sui risultati della trattativa è stato espresso anche dal sindacato locale, vista la totale chiusura da parte della dirigenza.