La crescita più bassa al Centro

È ancora ampio il divario tra la crescita del Pil delle aree settentrionali dell’Italia e quella delle altre ripartizioni. Nella Stima preliminare del Pil a livello territoriale, l’Istat segnala, infatti, come sia ancora il Nord a trainare il risultato economico nazionale, mentre il Centro e il Mezzogiorno continuano a riportare risultati inferiori alla media Paese: nel 2017 il Prodotto interno lordo è aumentato in media dell’1,8% nel Nord-Ovest e nel Nord-est, a fronte del +1,4% del Sud e del +0,9% delle regioni centrali (l’indice generale è aumentato dell’1,5%). Come spiega l’Istituto a trainare il risultato del Nord-Est sono stati soprattutto i servizi e in particolare quelli legati al commercio, ai pubblici esercizi, ai trasporti e alle telecomunicazioni (+4,7%). Bene anche l’industria, che registra un aumento del valore aggiunto del 2,3%. Per il Pil del Nord-Ovest è stato determinante il risultato che ha interessato i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+2,6%) e quello del commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+2,1%), pure in questo caso un contributo importante è giunto anche dall’industria (+1,2%). Al Centro, si legge nel comunicato dell’Istat, i settori più dinamici sono l’industria (+1,7%), i servizi finanziari, immobiliari e professionali (+1,3%) e gli altri servizi (+1%). Una modesta crescita si registra anche nel settore del commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni (+0,2%). Per quanto riguarda invece il Mezzogiorno, la crescita è stata trainata soprattutto dall’industria (+4,4%) e dal settore che include il commercio, i pubblici esercizi, i trasporti e le telecomunicazioni (+3,4%). Da sottolineare che in tutte le aree si registra una variazione negativa del valore aggiunto dell’agricoltura.