di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

 

Può essere una batosta o una sorpresa, sì, ma solo per loro. Da diverso tempo il malessere nella società c’è, è visibile e palpabile, ma il Partito Democratico, che qualcuno ha definito “delle ztl”, non è mai riuscito ad ammettere di aver governato male e l’esito dei ballottaggi ne è la diretta conseguenza. Riuscirà a farlo dopo la batosta che, come nel caso delle politiche 2018, ha confermato e moltiplicato all’ennesima potenza, vista la caduta di roccaforti storiche della sinistra come la Toscana e l’Emilia, il paradigma politico che adesso governa l’Italia? O attribuirà questo tragico esito al solito “difetto di comunicazione”, ad una questione culturale? No, non sono gli italiani ad aver capito male e non è neanche il Pd a non essersi spiegato bene, casomai lo ha fatto fin troppo in questi primi giorni di Governo del Cambiamento continuamente demonizzato, grazie anche alla solita “grancassa mediatica”, spargendo panico e paura senza rendersi conto che erano e sono ancora fin troppo fresche le ferite inferte agli italiani con i tagli orizzontali alla spesa pubblica e con l’aumento delle tasse, ai giovani con il Jobs Act e con la cancellazione di diritti fondamentali, alle famiglie e agli anziani con l’aumento della povertà, al Sud con l’abbandono dell’industria e del lavoro.
Ecco, il difetto principale del Pd e della sinistra è quindi nell’ascolto, nell’incapacità di sentire la voce degli emarginati e di quel che resta del ceto medio, un tempo vanto dell’Italia e dell’Europa, depauperato anche dalle politiche insensate di una Unione europea dominata da anni e in maniera incontrastata dalla social democrazia in salsa liberista, che ha ridimensionato, riducendola ai minimi termini, anche la sovranità degli Stati membri. Forse anche la vocazione ad essere «partito di governo», così come lo definì in un’intervista su Rai 1 l’allora premier Paolo Gentiloni, è il peccato originale, dal quale il Pd farà molta fatica a liberarsi.
Noi dell’Ugl per anni abbiamo indicato i problemi, abbiamo proposto soluzioni, restando per molto tempo inascoltati. Così abbiamo scelto il cambiamento, “mettendoci la faccia” per senso di responsabilità verso le persone che rappresentiamo e per amore per la nostra Nazione.