I belgi annunciano la dismissione del sito ex Pirelli di Figline e Incisa Valdarno

Siamo davanti all’ennesima storia di seduzione ed abbandono. Dalla mattina alla sera, la direzione della Bekaert Group ha deciso di chiudere lo stabilimento di Figline e Incisa Valdarno. Il sito produce rinforzi in acciaio per pneumatici ed è stato ceduto da Pirelli. La proprietà belga ha improvvisamente comunicato la decisione di lasciare la Toscana, limitandosi ad esprimere l’intenzione di «avviare un dialogo teso ad attenuare l’impatto sociale per i 318 dipendenti interessati». Ben poca cosa, quindi, alla vigilia di un confronto al Ministero dello sviluppo economico che si annuncia per forza di cose molto teso. Le reazioni del sindacato e della politica non sono mancate. Dalla Fiom Cgil è emerso stupore: «Sapevamo dei problemi finanziari e di mercato, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno ad un altro». Dalla Cisl osservano come «quando vi è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca ed annunciata come revocabile». Anche l’Ugl è scesa in campo con il proprio segretario generale, Paolo Capone, secondo il quale «è inaccettabile mandare a casa 318 persone senza un congruo preavviso. La decisione presa dall’azienda belga non ha rispettato gli impegni accordati lo scorso anno con i lavoratori, i sindacati e le istituzione». Capone conclude chiedendo al governo di agire contro «l’atteggiamento predatorio» delle multinazionali.