di Caterina Mangia

Una persona ogni due secondi, nel mondo, abbandona la propria casa per rivolgersi altrove. Ogni giorno, sono 44.500 le persone in fuga.
E’ a questo rapidissimo ritmo che si muove la popolazione su un pianeta che spesso costringe i suoi abitanti a scappare: il 2017 è stato un annus horribilis, con  68,5 milioni di persone costrette a migrare altrove. Si tratta di un triste record, pubblicato oggi dal rapporto annuale Global Trends dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati: per il quinto anno consecutivo, il numero di persone in fuga è in aumento.
I punti “caldi” del pianeta sono stati, in particolar modo, la Repubblica Democratica del Congo, coinvolta in un estenuante conflitto da decenni, il Sud Sudan, sprofondato in una violenta guerriglia civile, e la Birmania, dove la minoranza rohingya, perseguitata, fugge in massa verso il Bangladesh.
Dei 68 milioni di persone in fuga, 25,4 sono stati costretti a farlo a causa di guerre e persecuzioni: 2,9 milioni di persone in più rispetto al 2016. Prendendo in esame tutte le nazioni del mondo, è come se una persona ogni 110 fosse costretta a fuggire.
Una situazione alla quale vanno trovati rimedi efficaci e tempestivi: per Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, «siamo a una svolta, dove il successo nella gestione degli esodi forzati a livello globale richiede un approccio nuovo e molto più  complessivo, per evitare che paesi e comunità vengano lasciati soli ad affrontare tutto questo. Ma abbiamo motivo di sperare. Quattordici paesi stanno già sperimentando un nuovo piano di risposta alle crisi di rifugiati e in pochi mesi sarà pronto un nuovo Global Compact sui rifugiati e potra’ essere adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite».