di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl
Tutto si può dire della nuova politica migratoria adottata dal Governo ed in particolare dal Ministro Salvini, tranne che in Europa non sia cambiato nulla, come invece ha fantasiosamente affermato il “leader di fatto” del Pd Matteo Renzi. In realtà chiudere i porti all’Aquarius ha avuto l’effetto di scoperchiare un nuovo vaso di Pandora. L’Europa, osservando il peregrinare della nave e l’inedita fermezza italiana, si è trovata costretta a guardasi allo specchio, vedendo riflessa un’immagine, tolto il velo dell’ipocrisia, debole, egoista e frammentata. Nessuno aveva creduto fino in fondo nel nuovo corso italiano, nonostante il fatto che una profonda revisione della gestione delle migrazioni fosse elemento primario del programma della Lega, e, tutto sommato, anche di quello dei 5 Stelle, che si erano mostrati già a suo tempo vicini ai dubbi espressi dal procuratore Zuccaro sul ruolo delle Ong, e nonostante il fatto che alla questione fosse stato dedicato un chiaro e specifico capitolo nel contratto di governo. Tutti avevano più o meno pensato si trattasse solo di promesse elettorali, che non avrebbero cambiato la consolidata realtà dei fatti. Così, invece, non è stato ed il caso è diventato la cartina di tornasole capace di verificare l’impegno concreto – scarso – messo in campo da ogni singolo Stato europeo in tema di gestione delle migrazioni. Non solo Malta, non solo la Francia, ma anche la nuova Spagna di Sanchez, che ora dovrà far conoscere la linea del nuovo esecutivo socialista al di là della solidarietà a tempo riservata ai migranti dell’Aquarius, ed infine la Germania, nella quale stanno venendo a galla conflitti latenti che potrebbero minare alle basi il governo faticosamente messo in piedi dalla Merkel. Una prova di forza non, come dicono i commentatori poco obiettivi, sulle spalle dei 629 migranti, che invece sono stati messi da subito al sicuro, come sempre col contributo fondamentale del nostro Paese anche se per una volta non sul suolo italiano, ma nei confronti degli altri Stati europei. Lo conferma il fatto che il tema immigrazione sarà centrale non solo nell’incontro odierno tra Italia e Germania, ma anche nel prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, che avrebbe dovuto occuparsi di Brexit e che invece verterà sul dossier migranti e richiedenti asilo. L’obiettivo del governo – condiviso fra l’altro da molti partner Ue – è quello di creare, nei Paesi di partenza e di transito dei migranti, degli hot-spot, capaci di garantire il pieno rispetto dei diritti umani ed in grado occuparsi dell’identificazione, della verifica dei requisiti e quindi della concessione dello status di rifugiato, con il risultato di veder entrare in Europa solo gli aventi diritto, così contrastando, finalmente, il  traffico di esseri umani ed evitando il perpetrarsi delle tragedie del mare.