La misura è ormai colma, tanto che le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl, più Fast, paventano la possibilità sempre più concreta che si arrivi allo sciopero dei lavoratori addetti agli appalti in Ferrovie. Lo stato di mobilitazione è dettato dalla forte preoccupazione per il futuro di circa 10mila lavoratori, addetti alle operazioni di pulizia a bordo treno e a terra, ad attività di micro manutenzione o di accompagnamento notturno. Il 30% di questi lavoratori percepisce oggi un ammortizzatore sociale. A fronte di ciò, il rischio concreto è che, a legislazione vigente, a settembre non vi sia più alcuna copertura del reddito, cosa che evidentemente preoccupa fortemente lavoratori e sindacati, per i quali, se si è arrivati a questo punto, è perché le stazioni appaltanti del Gruppo non hanno applicato le disposizioni di legge sugli appalti, ma neanche l’articolo 16 del contratto collettivo di categoria. Quest’ultimo richiama l’obbligo in capo alle aziende di assicurare l’occupazione e la retribuzione negli appalti. Da parte sindacale, si stigmatizza l’atteggiamento, definito «aggressivo» tenuto dal Gruppo Fs e dalla società del Gruppo stesso, cosa che ha impedito di trovare finora una soluzione condivisa, in un contesto nel quale cambiano sempre le aziende che vincono gli appalti. Il tema è stato anche al centro di un primo incontro al Ministero del lavoro.