A questo punto, alla luce di quanto è successo nella domenica a Roma sul versante del nuovo governo, se possibile, la vicenda Ilva rischia di ingarbugliarsi ancora di più. La settimana si è chiusa con un muro contro muro, reso ancora più grave dal conflitto in atto fra il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Puglia, fra Carlo Calenda e Michele Emiliano che oggi rappresentano le due Istituzioni. Probabilmente non è mai corso buon sangue fra i due, ma negli ultimi tempi si osserva decisamente poco di costruttivo, quanto piuttosto uno scontro sempre più sul piano personale. Intanto, in questo scenario, il sindacato mantiene il punto, ribadendo la posizione. Dalla Fiom Cgil alla Ugl Metalmeccanici, l’attenzione è sempre stata posta sulla tutela dei livelli occupazionali. Nella sostanza, le organizzazioni sindacali hanno ribadito la necessità di mettere in sicurezza gli attuali 14mila lavoratori nell’ambito di un programma che tenga dentro le diverse sensibilità in gioco, dalla salvaguardia del lavoro, compreso quello dell’indotto, alla tutela dell’ambiente, passando per la centralità della siderurgia per l’industria nazionale. Così mentre Calenda ed Emiliano duellano, ci si dimentica quasi che anche la Liguria è interessata ad una risoluzione positiva della vicenda Ilva. I sindacati, del resto, hanno sempre parlato di soluzione complessiva che tenga tutto insieme.