È in gioco l’incolumità fisica del personale e dei passeggeri. Gli ultimi recenti accadimenti che hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica – soltanto in questa settimana, tre incendi sono scoppiati su altrettanti mezzi dell’Atac, l’azienda pubblica di trasporto della Capitale – non sono altro che tasselli di un puzzle che, purtroppo, si sta montando da tempo. Sono infatti mesi che le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i sindacati autonomi denunciano le precarie condizioni in cui versa larga parte della flotta viaggiante. Mezzi vecchi e mal funzionanti che mettono a rischio la sicurezza di autisti e cittadini; spesso, infatti, è solo grazie alla prontezza del personale che si è riusciti ad evitare tragedie indicibili. È evidente che serve rinnovare il parco mezzi, anche per un’altra questione: larga parte del circolante è anche fortemente inquinante, proprio a causa della sua vetustà. Aspetto quest’ultimo peraltro molto diffuso anche in altre realtà. Del resto, negli ultimi cinque anni sono state decisamente poche le risorse che il governo ha stanziato per rinnovare il parco mezzi. Senza dimenticare, infine, l’altra grande questione più volte sollevata soprattutto dalla federazione di categoria dell’Ugl: quella di considerare il mezzo quale luogo di lavoro ai sensi della normativa sulla salute e sicurezza, un passo avanti anche a vantaggio degli stessi passeggeri.