“Casa dolce casa”. Forse è rimasto solo un modo di dire ai tempi della crisi economica più lunga della storia. Basti pensare infatti che secondo un’analisi di Facile.it e Mutui.it diffusa proprio oggi servono in media 17 anni e 10 mesi per estinguere un mutuo della prima casa, un dato «in crescita rispetto al 2013, quando erano sufficienti 16 anni e 10 mesi». L’aspetto curioso è che i mesi per acquistare una casa sono in crescita dal 2013 al 2017 nonostante la rata media mensile sia diminuita, passando dai 663 euro del 2013 ai 606 euro del 2017. Spiegano gli analisti dei due siti di comparazione delle migliori offerte in materia, che è stato l’incremento degli importi medi richiesti dai mutuatari, nel corso degli ultimi 4 anni, ad aumentare dell’8% raggiungendo lo scorso anno i 133.456 euro.
Trattandosi di una media, a livello territoriale ci sono delle differenze. È la Campania il territorio a totalizzare l’attesa più lunga: ben 21 anni. Seguono Lazio e Sicilia. I tempi più brevi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (13 anni e 10 mesi), Emilia Romagna e Umbria.
Che la casa, da dolce sogno stia diventando un incubo lo dimostra anche il fatto che sia l’Ocse sia l’Fmi hanno “consigliato” l’Italia di introdurre una tassa patrimoniale per una. è vero l’abolizione dell’Imu ha permesso ai proprietari di immobili residenziali e produttivi di risparmiare complessivamente diversi miliardi di tasse, ma ne sono comunque rimaste alcune non di poco conto. Secondo i dati della Cgia di Mestre le imposte più gravose per i contribuenti italiani sono l’Imu e la Tasi che nel 2016 hanno fatto affluire nelle casse dello Stato e dei Comuni circa 21,2 miliardi di euro. Senza dimenticare l’imposta di bollo (6,8 miliardi di euro), il bollo auto (6,6 miliardi di euro) e l’imposta di registro (5,1 miliardi di euro).